Pro Loco

Storia

TORRENIERI FRA PASSATO E FUTURO
FATTI E CONSIDERAZIONI SULLA VITA DI TORRENIERI

San Rocco

di Alberto Cappelli


Il 16 di Agosto si celebra la Festa di San Rocco, co-patrono di Torrenieri con Santa Maria  Maddalena
e protettore della locale Confraternita di Misericordia  

Come ho riferito in occasione della Festa di Santa Maria Maddalena, a Torrenieri è presente con detta Santa anche un co-patrono: San Rocco da Montpellier. Città del Sud della Francia.

Chi era  San Rocco?

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FATTI E CONSIDERAZIONI SULLA VITA DI TORRENIERI

Santa Maria Maddalena Patrona di Torrenieri

di Alberto Cappelli

            Mi giunge notizia che il nuovo Parroco di Torrenieri da tempo ha in preparazione la Festa patronale di Santa Maria Maddalena, incontrando tutte le organizzazioni presenti nella località e per questo ripristinando il percorso iniziato dal mai dimenticato Don Rino Pieri e proseguito poi da Don Giuseppino Ferretti.

            A me, non più parrocchiano dal 1960, preme ricordare che questa festa, ai miei tempi, era eminentemente religiosa e che, previa preparazione con un triduo, si concludeva il 22 di luglio, con una serie di Messe – compresa quella solenne cantata delle 11:30 – celebrate nella giornata da Sacerdoti provenienti dalla Parrocchie vicine, quali quelle di Vergelle, di Lucignano d’Asso, di Monterongriffoli e di Cosona, tutte fuori della Diocesi di Montalcino perché appartenenti alla Diocesi di Pienza e Chiusi.

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Primo Volpi: il camoscio della Val d’Orcia

di Alberto Cappelli

Nella mia ultima memoria pubblicata sul sito della Pro Loco di Torrenieri nella quale riferivo dei rapporti della località con il ciclismo, soffermandomi, oltre che sulle memorie ciclistiche locali, anche sull’attualità che interessava il nostro paese, mi ripromisi di far conoscere alle nuove generazioni Primo Volpi, un campione ciclistico valdorciano, come vedremo molto legato a Torrenieri.

Mantengo la promessa, riproponendo un mio articolo scritto per il giornale on lineValdorcia Terra di Eccellenza in occasione del centenario della nascita di questo bravo ciclista, con correzioni, aggiornamenti e puntualizzazioni.


TORRENIERI FRA PASSATO E FUTURO
FATTI E CONSIDERAZIONI SULLA VITA DI TORRENIERI

Con due ruote sugli sterrati di casa nostra

di Alberto Cappelli

Il mese di marzo 2019 in Terra di Siena sarà ricordato sopratutto per l’attività ciclistica, sia professionale che amatoriale, che ha interessato ed interesserà ancora le strade della nostra zona.

Tutto è iniziato sabato 9 marzo, quando si è corsa la Strade Bianche 2019, classica per professioniosti  giunta alla sua 13a edizione,  partita dalla Fortezza Medicea di Siena  e conclusasi nella suggestiva  Piazza del Campo

Sempre più numerosi gli iscritti, in particolare di nazionalità straniere, che sui 63 km di strade bianche suddivisi in otto settori  (il 34,2% del percorso), ma non solo su quelle, hanno dato vita ad una gara entusiasmante che ha visto prevalere, dopo una spettacolare lotta sulla salita di Fontebranda il francese Julian Alaphilippe, sul danese Jakob Fuglsan;  terzo la stella del ciclocross, il belga Wout Van Aest


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La sorgente di Collalli

di Alberto Cappelli

  Il territorio senese è ricco di acque termali utilizzate per bagni, fanghi, aereosol ed anche per bibita; il Comune di Montalcino, il più grande per estensione, ne possiede diverse. Quella che però ci interessa più da vicino, sia perché si trova a Torrenieri, sia perché è stata – e teoricamente potrebbe tornare ad essere – un fiore all’occhiello del territorio, è quella di Collalli leggi tutto


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Il Poggio di Torrenieri, punto di divisione fra due vallate del Senese

di Alberto Cappelli

 Il Poggio di Torrenieri

Il primo gruppo di case che si trova a Torrenieri, provenendo da Siena è definito Il Poggio ed anche Capo Borgo, ed é situato a 271 metri di altitudine. In epoca molto antica vi fu costruita una Torre di guardia che consentiva di vigilare a 360° verso Siena, l’Alta Maremma, Montalcino, l’Amiata, Castelverdelli, Vergelle, Chiusure e i contrafforti della Val di Chiana.

            Chi fece costruire questa torre? C’è chi ritiene fosse un certo… leggi tutto


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FATTI E CONSIDERAZIONI SULLA VITA DI TORRENIERI

Il 6 Giugno 1944 durante un bombardamento su Torrenieri persero la vita alcuni nostri compaesani. Ricordiamo quei terribili giorni nel racconto

di Alberto Cappelli

Nell’estate del 1944, la Valdorcia era occupata dai tedeschi. Lungo la consolare Cassiavi era un via vai di autocolonne militari tedesche, sempre più spesso costrette a viaggiare di notte per non essere oggetto di attacchi aerei.

            Man mano che il fronte di guerra si avvicinava, gli anziani ricordavano la vecchia profezia di Brandano (1) che aveva previsto una grande guerra in Valdorcia, dove si sarebbero scontrati carri che si muovevano senza utilizzare cavalli: per i più il riferimento era ai carri armati impiegati nella guerra moderna. leggi tutto


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Quando in Val d’Asso si verificò una “pioggetta” di sassi

di Alberto Cappelli

            A noi uomini e donne del terzo millennio, abituati ai continui progressi scientifici, alle scoperte più entusiasmanti e che non ci meravigliamo più nell’apprendere che nello spazio vi orbitano nostri simili per mesi e mesi (compresi nostri connazionali come la milanese Samanta Cristofoletti, ingegnere astronauta militare e prima donna italiana degli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea; o l’ingegnere sessantenne Paolo Nespoliche è da poco tornato sulla terra dalla sua terza missione nello spazio) e che altri uomini fanno la spola per portare loro conforti di ogni genere, compresi i viveri o gli strumenti di lavoro; a noi che accoglieremo ormai come una banale notizia  quella che ci informerà sulla eventuale presenza di vita in altri pianeti dei diversi sistemi solari. A tutti noi verrà certamente da sorridere nel leggere questa  avventura, senz’altro fuori dal comune, vissuta da alcuni nostri conterranei alla fine del XVIII secolo e, più precisamente, alle sette di sera del 16 giugno 1794 e le relative spiegazioni e supposizioni che ne seguirono. 
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Quando si progettava una tramvia fra le stazioni di Siena e Torrenieri

di Alberto Cappelli

Una precisazione.

A neanche due ore dalla pubblicazione è arrivata una segnalazione di un probabile errore di grammatica. Ci fa piacere che chi ci segue sia così attento e sveglio, per cui rispondiamo volentieri. La nostra amica chiedeva, poiché in certi casi è scritto tranvia e in altri tramvia, quale dei due è corretto. In realtà lo sono entrambi. Tramvia, derivante dall’inglese “tramway” trova maggior riscontro nel periodo storico e geografico a cui si riferisce l’articolo. In effetti la trazione elettrica venne importata dall’Inghilterra verso la fine del 1800 e partì proprio da Firenze. E a Firenze si dice ‘tramme’ e si viaggia ancora oggi sulla ‘tramvia’ quindi è un linguaggio corretto. D’altro canto di tranvia si fa comunemente uso nella pronuncia dell’italiano parlato, in quanto NV è più consono di MV nella nostra pronuncia e questo, a sua volta, si traduce di fatto sullo scritto; non a caso anche tranvia si trova in tutti i vocabolari attuali. Per maggiori dettagli vedi www.accademiadellacrusca.it

Buona lettura.

m.f.

Premessa

            C’è chi considera Siena “figlia della strada”, in quanto deve il proprio sviluppo e le conseguenti fortune al fatto che il primitivo nucleo abitativo si trovava sul percorso della via Francigena, all’epoca la principale arteria europea.

            Anche Torrenieri, come altri centri del senese, devono molto alla via Francigena, ma ritengo che il nostro Paese debba ascrivere il suo relativo sviluppo alla costruzione della linea ferroviaria che congiungeva Siena con Grosseto, con  la linea ferroviaria Asciano-Torrenieri-Monte Antico- Grossetoleggi tutto


Da Firenze a Roma con il Postale del Granduca

di Bruno Bonucci

Queste poche note sui viaggi in postale che collegavano Firenze a Roma dal secolo XVII fino all’avvento della ferrovia sono riprese da un dono di nozze, Le poste e i viaggi tra Firenze e Roma nei secoli XVIIe XVIII con cui il giornalista fiorentino Ettore Bernabei, che fu uno dei fondatori e poi direttore de La Nazione di Firenze, salutava il «fausto evento» del sabato 8 febbraio 1902: il matrimonio di una fanciulla, il cui nome purtroppo non conosciamo, con un tal Bevilacqua (un lombardo, sembra). Il padre della sposa, Leonida Giovannetti, era collega e amico del Bernabei. Dopo le nozze «la gentile sposa prenderà stabile dimora» a Roma, ci dice l’autore.
Sarà stato questo trasferimento a fornire al Bernabei il destro per il suo dono o magari lo sposo era un funzionario del Ministero delle Poste e Telegrafi. Come che sia, il viaggio, il trasferimento sono sempre un simbolo forte, una metafora appropriata per l’inizio di una stagione della vita.
La nostra sposa dopo il matrimonio, andando a Roma, si portò il libretto del Bernabei che avrà contribuito a far apprezzare i vantaggi del suo viaggio, avvenuto senz’altro in treno, sistemata comodamente accanto al suo sposo sul rosso divano di un caldo scompartimento di prima classe, rassicurata dalla grave presenza del capotreno dell’espresso della…  leggi tutto


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L’uccisione di Benuccio Salimbeni e di suo fratello Alessandro

di Alberto Cappelli

Siena Palazzo Salimbeni

Il 22 Ottobre 1330, in un agguato a Torrenieri furono uccisi Benuccio Salimbeni e suo fratello Alessandro

            Fra il 1200 e il 1300, due grandi e ricche famiglie senesi si contendevano il potere della Città: i Salimbeni, dediti ai commerci in particolare delle sete e i Tolomei, commercianti anch’essi ma, sopratutto, ricchi banchieri.

            I primi avevano esteso i loro possedimenti nel sud dello Stato e tenevano la loro roccaforte  in Val d’Orcia; i secondi possedevano grandi proprietà immobiliari nel capoluogo, ma in seguito, si espansero anche… leggi tutto
 


L’antico pozzo di Torrenieri

Torrenieri 22 Aprile 2016

Ritrovato pozzo medioevale

Nel corso dei lavori che da qualche mese interessano via Romana, sul tracciato della via Francigena, nel centro di Torrenieri, è stato ritrovato un vecchio pozzo e l’archeologo che segue i lavori, per conto della Sovrintendenza alle Belle Arti di Siena, ritiene che sia stato costruito in epoca medioevale.

Nel 1350, infatti, lo Stato Senese, con Breve degli Officiali del Comune di Siena, obbligò gli Officiali di tutte le comunità presenti sulla Francigena a sud di Siena “di scavare pozzi di acqua buona, coprirli con assi e sospendervi un secchio con catena di ferro” da mettere a disposizione dei pellegrini e degli altri viandanti che numerosi percorrevano quella via.

Il pozzo ritrovato è noto agli abitanti di Torrenieri perché sino ai primi degli anni ‘50 del secolo scorso era ancora presente, appoggiato sulla parete di destra di un magazzino dell’Azienda Agraria Giulio Nozzoli e Figli con la sua struttura in travertino e l’incastellatura in ferro per attingervi l’acqua. Fu smantellato, insieme al magazzino e ad un arco, che univa lo stesso con l’abitazione che si trova sull’altro lato del vicolo di via Romana noto anche come Il Chiassino, per realizzare la nuova sede della Filiale del Monte dei Paschi di Siena.


Notizie Storiche

Lungo l’antica via Francigena o Cassia o Romea sulla sponda destra dell’Asso ebbe vita fra il IX e il X secolo il castello di Torrenieri, quando instaurato sotto la dominazione de’ Franchi, il feudalesimo, si videro sorgere numerosi castelli feudali nel territorio senese. Il nome Turris Nerï da un indizio del primo fondatore che forse fu un Ranieri de’ Signori di San Quirico, come ritiene Emanuele Repetti,[1]oppure un Ranieri della potente famiglia dei Cacciaconti, secondo Giovanni Antonio Pecci;[2] come ultima ipotesi Torre Nera, per il colore scuro della pietra con cui la torre è costruita, l’appellativo di “nera” potrebbe essere anche dovuto ad un incendio. Quale che sia la sua origine, comunque fu certo anteriore al mille come si rileva dall’itinerario percorso nel 990 dall’arcivescovo di Canterbury Sigerico, quando succedendo nella sede londinese ad Edelgardo, si recò a Roma per prendervi il pallio.[3]

Nel viaggio di ritorno vi effettua la XIII sosta, e chiama nel suo diario il luogo “Turreiner”, stazione di posta dove conveniva fermarsi per approvvigionamenti. Intorno al X-XII secolo vengono edificate le mura di cinta attraversate da due pubbliche porte, una verso Siena ed una verso Roma, i cui avanzi erano ancora visibili nella metà del XVIII secolo.[2] Durante il periodo medioevale Torrenieri formava comune a sé ed aveva assunto una certa importanza essendo inserito nel 1208 fra i castelli soggetti a Siena che dovevano pagare un’imposta straordinaria di L. 50, (una delle maggiori) istituita dal governo di quella città per far fronte alle spese di guerra. A causa della sua posizione strategica lungo la via Francigena, come sbocco e crocevia verso la Val d’Arbia, la Val d’Orcia, la Val di Chiana e la zona amiatina e per mancanza di difese naturali il castello fu spesso saccheggiato e devastato dagli eserciti di passaggio. Nel 1235 il borgo fu incendiato dagli orvietani.

Nel 1295, quando a motivo di confini, si erano acuite fra Torrenieri e Montalcino le discordie, dalle quali nascevano di continuo risse, ferimenti e uccisioni, i Signori Nove Governatori della Repubblica di Siena intervennero con premura nel dissidio stabilendo le confinazioni. Un altro dei numerosi assalti sostenuti dal castello di Torrenieri fu quello che ebbe luogo nel 1316, quando una schiera di duemila fanti e mille soldati a cavallo riaccompagnava in patria, ad Arezzo, la nuora di Uguccione della Faggiola, il celebre condottiero che resosi signore di Pisa e di Lucca, aveva vinto i fiorentini nella battaglia di Montecatini, (dove era rimasto ucciso suo figlio Francesco), visto l’audace divieto di entrare nel castello, lo assalirono ed incendiarono ed i difensori in parte furono uccisi ed in parte condotti prigionieri (per i quali fu pagato un riscatto di 600 fiorini), non furono risparmiate neppure le donne, le vecchie e le brutte, per irrisione, furono lasciate ignude o in camicia mentre le più giovani e più belle vennero trascinate ad Arezzo.[4] La Repubblica di Siena mossa a compassione dai gravissimi danni toccati agli abitanti del castello, esonerò la comunità da tutti i dazi e balzelli. La rocca di Torrenieri, rimasta in parte distrutta, subì a breve distanza nuovi danneggiamenti, quando i Tolomei cacciati da Siena, assoldarono truppe nel fiorentino e fuorusciti orvietani ed aretini, ed occupate Sinalunga e Torrita, cavalcarono a Torrenieri, “…guastando, prendendo prigionieri e prede ed ardendo case”. Nel 1330 si svolse nel borgo di Torrenieri un altro fatto di sangue, da parte della casata dei Tolomei, che seguiti da più di quaranta cavalieri uccisero Messer Benuccio Salimbeni.

Nel 1350 circa Torrenieri fu ricordato dal Boccaccio nella novella IV della IX giornata del decamerone. “Deh, fallo, se ti cal di me! perché hai tu questa fretta? Noi giugnerem bene ancora stasera a buonora a Torrenieri … senza più rispondergli, voltata la testa del pallafreno prese il camin verso Torrenieri”. Nel 1371 Siena decise la costruzione di una fortezza. Tra il 1384 ed il 1408 Siena fece potenziare le fortificazioni di Torrenieri costruendo a guisa di fortilizio guardastrada il palazzo de’ Ballati detto anche posta Vecchia, sul piano tra l’antico ponte (7) dell’Asso e l’antico castello, quattro torri angolari una per cantonata con base fortemente scarpata interamente in laterizio limitato nella parte alta da un robusto cordone in pietra e dotati di balestriere, con fossato tutt’intorno come si vedeva poco più di un secolo e mezzo fa, e di cui rimangono adesso solo i due in facciata. Sul fianco ovest si notano dei contrafforti relativi ad un intervento di consolidamento eseguito in epoca posteriore. 
Alla metà del secolo XVI, la cavalleria imperiale di Carlo V, ottenuto il passo attraverso lo Stato della Chiesa, si accinse ad invadere il territorio senese dalla parte della Val di Chiana, occupando senza contrasto Lucignano, Montefollonico e dopo il 1552 anche Pienza, da dove eseguì una scorreria fino a Torrenieri espugnando il castello e facendo razzia di bestiame. Con la caduta della Repubblica di Siena, anche Torrenieri perdette di importanza diventando un modesto borgo. Torrenieri, già castello e comune autonomo con la riforma del 1777, diviene frazione del comune di Montalcino.