L’apparenza inganna

L’apparenza inganna

n.d.r. da segnalare, nei commenti in calce all’articolo, alcune interessanti precisazioni di Alberto Cappelli.

Qualche giorno fa è comparso sulla nostra pagina Facebook un post di Francesco Belviso che mostrava una foto da lui scattata recentemente, che ha messo a confronto con una vecchia cartolina del 1968.

Fra i vari commenti ce n’è anche uno in cui si dice che sembra che la strada non sia poi così cambiata. In effetti invece, anche se a una prima occhiata non sembra, di cambiamenti ce ne sono stati e molti, sia nelle parti che si vedono, sia in quelle che non si vedono.

Cominciamo dal fondo: all’epoca di questa cartolina, che era in circolazione nel 1968 (ma la foto è di qualche anno prima, ne ho una anche io) si intravede in fondo al viale l’ex Molino Batignani che, come molti ricorderanno fu devastato da un incendio. Adesso è stato riconvertito per un’attività diversa e in buona parte è stato recuperato, ma non è più lo stesso di allora.

La foto di Francesco Belviso e sopra la cartolina del 1968

A destra, sempre in fondo al viale c’è la stazione. La vecchia stazione storica di Torrenieri che stava andando in rovina, anzi era già in parte franata per l’incuria di chi avrebbe dovuto gestirla. Adesso grazie alla Pro Loco e alla Misericordia che si sono impegnate attivamente per il recupero, sta lentamente tornando, anche se un poco alla volta, a rivivere.

Il nome della via, a cui ci si riferisce sempre come “Viale della Stazione” è attualmente indicato come “Viale Bindo Crocchi” in memoria del titolare della storica ditta “Ulisse Crocchi & figli” che segnò un importante periodo economico per il paese. Il nome corretto della via invece, che nella toponomastica del comune dovrebbe essere valido anche oggi è “Viale Bindo Crocchi e delle rimembranze” poiché il nome originario del viale era inizialmente “delle rimembranze” e solo alcuni anni dopo, quando Bindo Crocchi morì, il suo nome vi fu aggiunto in memoria, senza togliere quello precedente della via.

Questo perchè i tigli che si vedono sulla destra della cartolina, 27 in tutto, erano stati piantati per commemorare i torrenieresi caduti nella prima guerra mondiale (due ufficiali, il capitano Gualtiero Crocchi e il tenente Ulisse Crocchi e 25 soldati). Ogni pianta aveva alla sua base un cordolo circolare di cemento, all’interno del quale si trovava una targa in travertino con su inciso il nome del militare a cui era dedicata. Per quanto ne so le targhe sparirono già dall’occupazione dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale, ma alcuni alberi secolari, che erano ancora vivi e vegeti fino a pochi anni fa, sono stati tagliati perché, per incuria, si erano ammalati irrimediabilmente. Alcuni abitanti avevano anche espresso il dubbio che fosse solo perchè davano fastidio per la realizzazione del parcheggio, invece al loro posto sono stati ripiantati nuovi alberelli.

Altra cosa che c’era all’epoca della cartolina, non visibile a causa dell’ombra degli alberi, ma che vantava all’incirca la stessa età, erano le panchine in cemento armato che si trovavano lungo il marciapiede, costruito fra i tigli e il transennamento del parco ferroviario. Di sicuro non erano belle, ma certamente erano particolari e rappresentavano un pezzo di storia. Sono andate perdute durante la riconversione dell’area.

Già!… La riconversione dell’area. A destra degli alberi, c’era un grande piazzale che faceva parte del parco della stazione, territorio di proprietà delle Ferrovie dello Stato, adibito al carico e scarico delle merci, una volta attivissimo, che è stato in funzione fino alla fine degli anni ’80. Da li partivano treni completi che arrivavano fino alla Russia; merci in arrivo e in partenza per le fabbriche e le aziende del paese e del territorio circostante. Era un viavai di carri e camion che andavano e venivano, caricavano e scaricavano.

Andato in disuso quando la Stazione venne chiusa definitivamente, è ora diventato un ampio parcheggio, con uno spazio dedicato ai camper, che troveranno a loro disposizione una fontanella e uno scarico wc-wash.

La riconversione del piazzale prosegue, andando verso la stazione con una pista multifunzione e un giardino con parco giochi per bambini. Questi spazi vengono utilizzati anche per la ormai nota festa annuale “Prossima Stazione… Torrenieri” una riuscita iniziativa della Pro Loco per richiamare l’attenzione sul degrado in cui stava versando la monumentale stazione ferroviaria, che ogni anno richiama migliaia di persone e artisti di ogni genere.

Una cosa che si vede bene nella cartolina è la scritta blu sul muro, sotto all’insegna “Esso” che recitava: “Consorzio Agrario Provinciale di Siena” a ricordarci che, il negozio di alimentari sottostante, il distributore, gli uffici, i capannoni e l’ampio piazzale interno a cui si accedeva dallo slargo fra le colonnette dei due erogatori, facevano parte di una filiale del succitato consorzio. E come ogni consorzio agrario vi si potevano trovare semi, sementi, prodotti agricoli e prodotti per l’agricoltura. In più c’era il distributore per benzina e gasolio agricolo e, come già detto, un negozio di generi alimentari. Negozio che fu costretto a chiudere a causa della concorrenza e non è stato più recuperato, per cui ancora oggi gli abitanti di tutta la zona al di sotto della chiesa, devono recarsi nella parte alta del paese per poter fare la spesa. Il distributore chiuse poco dopo e, a poco a poco spari anche tutto il resto del consorzio. Adesso, tutto il complesso, è diventato una serie di appartamenti ricavati nella palazzina e nei capannoni sul retro; alcuni decenti che sono attualmente abitati, altri che a colpo d’occhio sembrano meno appetibili, restano tutt’ora invenduti.

Anche qui abbiamo due orrori, uno che non si vede e l’altro in bella evidenza. Non si vede che lo slargo, fra le colonnette del distributore è stato chiuso da un muro, lasciando solo un piccolo spazio pedonale, così non è possibile accedere al piazzale interno in auto o con un’ambulanza.

Ciò che invece si vede, è come un bel muro che ha resisteva intatto ormai da quasi un secolo, costruito interamente in pietra con sopra un parapetto di mattoni a vista, è stato bucherellandolo per metterci i dentro i contatori del condominio, applicandoci sportelli di lamiera di diverse forme e colori e rivestendolo con un ampio strato di intonaco verniciato di bianco. Mi chiedo come si fa ad autorizzare una vergogna del genere.

Infine spostiamoci sulla sinistra della cartolina dove, seppure non si vede, quel muro svolta armoniosamente verso l’interno del piazzale. Così avviene anche dalla parte opposta creando in bell’accesso in leggera salita a quelle che una volta erano le vecchie scuole elementari. Si tratta di un sontuoso edificio d’anteguerra che ricorda ai torrenieresi il tragico bombardamento del 6 giugno 1944 in cui persero la vita 10 civili.

Anche quelle scuole sono state trasformate in appartamenti mentre sul retro del palazzo, a cui si poteva accedere tramite i due passaggi laterali c’erano l’asilo e una palazzina utilizzata per le lezioni di catechismo e altre attività, come l’insegnamento di taglio e cucito alle giovani donne. C’era poi un ampio piazzale con al centro una rotonda in cui si apprezzava un’aiuola fiorita.

Il tutto era gestito dalle suore che disponevano anche di una palazzina in cui si trovavano i loro appartamenti. Adesso le suore non ci sono più e tutto questo sta andando in malora perché l’accesso è bloccato e tutto l’apparato rimane fuori dal mondo, mentre quei bei giardini davanti alle scuole dove gli alunni correvano felici e in cui ogni anno si svolgeva la festa della patrona, sono diventati degli orticelli privati ad uso e consumo degli inquilini. 

Non so se è tutto ma penso che possa bastare. Direi che di cambiamenti ce ne sono stati veramente tanti, forse troppi. E anche se a un primo colpo d’occhio sembra tutto come una volta… Beh, a volte l’apparenza inganna!

4 commenti

  1. Alberto Cappelli

    Ho cercato dei riscontri fotografici sui due distributori di benzina da ma citati, ma sono riuscito a trovarne solo uno, quello relativo alla pompa della Shell gestita nel laboratorio dove fabbricava le biciclette ASSO Gino Mangiavacchi, detto Brezza.
    La foto non prende tutta la pompa, ma se ne comprende bene la presenza.
    Fra i personaggi presenti, il titolare è quello più anziano, con gli occhiali da saldatore sulla fronte. Appoggiato alla pompa è il giovane nipote Alessandro, figlio di suo fratello Giovanni, che in seguito, insieme ad altri andò a lavorare in Argentina, ma mentre gli altri dopo un po’ di tempo tornarono, lui si sposò con una donna del posto e rimase là; accanto a lui, se non mi sbaglio, cè un Cherubini, forse quello che chiamavano il Cinese e che ha avuto un negozio di elettrodomestici e casalinghi in via Romana. Discosto sulla dx guardando la foto, c’è Orazio Bolgi con il cappottello sulle spalle ed il berretto, che faceva il servizio di piazza con la sua auto. In basso, con la ruota di bicicletta in mano c’è Celido Nannetti, gli altri non li ravviso.
    Il distributore AGIP invece, si trovava presso l’Officina meccanica di Lello Lardori ed è stato presente fino ai primi degli anni ’50 quando fu spostato sull’altro lato della strada dove ora c’è il parcheggio della COOP e trasformato in una piccola stazione di servizio.
    La foto la allego e chissà che qualche vecchio torrenierese non riesca a ricostruire le altre presenze.
    La Fabbrica di biciclette

  2. Alberto Cappelli

    E’ da precisare che la Succursale del Consorzio Agrario Provinciale di Siena fu la prima aperta in provincia (se non ricordo male nel 1907) dove vi lavoravano diversi impiegati e magazzinieri.
    Un’altra annotazione riguarda il distributore di carburanti Esso che serviva le aziende agrarie, ma, in quanto prossimo alla via Cassia, anche gli automobilisti di passaggio. Era uno dei tre distributori presenti in paese; gli altri due si trovavano sulla via Romana, quello della Shell presso la bottega di fabbro ferraio di Gino Mangiavacchi e l’altro AGIP accanto all’auto officina di Raffaello Lardori situata accanto a dove ora è il negozio di mercerie.
    In merito alle scuole (l’averle trasformate in appartamenti è uno dei tanti scempi che ha subito Torrenieri) erano sede di una guarnigione di SS; scoperta da un ricognitore angloamericano furono la causa del bombardamento del 6 giugno 1944 in cui morirono 10 civili, tutti abitanti in via San Giovanni. Vennero sganciate quattro bombe a coppia, due colpirono le abitazioni di via San Giovanni e altre due il terreno dove ora si trova il ristorante La Compagnia, allora privo di costruzioni, ma le suole non subirono danni.
    I piloti convinti di aver centrato l’obiettivo sganciarono in campagna altre due coppie di bombe, sull’Amastrone e presso la ferrovia.
    Un occhio attento può vedere sulle abitazioni del viale Bindo Crocchi (ad esempio sulla facciata della abitazione del medico e su quella dove abita Nello Antonini, ma anche sulle scuole e l’asilo e sul campanile le tracce di schegge di un mitragliamento che colpì il paese nel mese di maggio e che vide in azione, non solo la contraerea tedesca collocata sul poggio della Casanova, ma anche aerei tedeschi in una battaglia aerea con quelli angloamericani.
    L’obiettivo era il piazzale della Ditta Crocchi ove erano situati molti fusti dfi solfuro di carbonio da 200 kg; fortuna volle che nessuno di questi venisse colpito, altrimenti la storia di Torenieri…..finiva quella mattina.

  3. Francesco Belviso

    Una precisazione: la vecchia foto è una cartolina di Maurizio Centini mentre la foto attuale è mia, di Francesco Belviso.
    Non esiste nessuno che si chiama Maurizio Belviso!

    1. Sommario

      Evidentemente si è trattato di una nostra svista. Ad ogni buon conto il link sul suo nome (prontamente corretto) rimanda alla sua pagina Facebook, quella giusta. Ci scusiamo con l’autore, che ha postato di recente anche una nuova foto/confronto sulla nostra pagina Facebook e lo ringraziamo per il contributo dato. Chiunque ci aiuti a diffondere il nome del nostro paese è benvenuto. Grazie Francesco.

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