San Rocco – Protettore della Misericordia

San Rocco – Protettore della Misericordia

Il 16 di Agosto si celebra la Festa di San Rocco, co-patrono di Torrenieri con Santa Maria  Maddalena e protettore della locale Confraternita di Misericordia  

Come ho riferito in occasione della Festa di Santa Maria Maddalena, a Torrenieri è presente con detta Santa anche un co-patrono: San Rocco da Montpellier. Città del Sud della Francia.

Chi era  San Rocco?

Secondo Francesco Diedo, nacque nel 1295 nel sud della Francia, a Montpellier, figlio del Governatore di quella città, mentre Antonio Maurino ritiene sia nato nel 1345 e Augustin Fliche nel 1350.

A circa venti anni, rimasto orfano dei genitori, distribuì i suoi beni ai poveri e ai bisognosi, ai quali decise anche di dedicare la propria vita e da pellegrino si incamminò sulla via Francigena alla volta di Roma.

Per cui passò quindi, anche da Torrenieri e sostò ad Acquapendente  dove incontrò una colonia di appestati, che curò fino alla loro guarigione.

La sua opera di assistenza ai colpiti dalla peste proseguì anche a Roma, città nella quale si fermò  per circa tre anni.

Nel ritorno in patria, a Piacenza si ritrovò di nuovo in mezzo ad una epidemia di peste ed anche lui contrasse la malattia. Si allontanò in un luogo boscoso e isolato nei pressi della città, per attendere la morte.

Si narra che venne aiutato da un cane che tutti i giorni gli portava del cibo e poi dal suo padrone che lo accolse e lo curò fino alla guarigione.

Ripresa la strada per Montpellier e qui giunto non venne riconosciuto. Ritenuto una spia fu imprigionato. Dopo cinque anni, nel 1327, morì in prigione e solo dopo la  morte  si capì chi veramente fosse (per A. Maurino la morte avvenne nel 1376, per  A. Fliche nel 1379).

La scelta di intitolare a questo Santo una Chiesa ed una Compagnia laicale della Parrocchia di Torrenieri, fu sicuramente legata anche agli scopi che la Compagnia si era data e che sicuramente erano ispirati alla figura di questo Santo, quale quelli di assistere i bisognosi, gli ammalati e di accompagnare i defunti alla sepoltura.  

Va ricordato che sul finire del 1400 un epidemia di peste colpì l’Italia ed anche zone della Toscana, ad esempio Arezzo e chissà che fosse colpita anche la piccola comunità di Torrenieri.

All’incirca nello stesso periodo  – subito fuori delle mura del borgo, in direzione di San Quirico d’Orcia –  venne costruita una seconda chiesa intitolata a San Rocco, che  fu proclamato co-patrono di Torrenieri, insieme a Santa Maria Maddalena.

In questa chiesa si celebrava una seconda messa domenicale, utile soprattutto per gli abitanti della campagna. I sacerdoti che vi provvedevano erano eletti ogni anno dai Fratelli e dalle Sorelle della Compagnia, come risulta dai libri delle “Consigliate e Deliberazioni” conservati presso l’Archivio di Stato di Siena in due mazzi dei 14 volumi contenenti gli atti degli anni dal 1604 al 1784. Delle volte l’incarico era dato allo stesso Parroco di Santa Maria Maddalena. Purtroppo non si conoscono i nomi dei sacerdoti esterni.

La chiesa di San Rocco fu sempre cara al popolo di Torrenieri che vi  accorreva frequentemente, sia per le feste1, che per i suffragi che vi si celebravano in onore delle consorelle e dei confratelli defunti2.

La chiesa di San Rocco com’era nel 1800. Da notare sullo sfondo la Chiesa di Santa Maria Maddalena che non aveva ancora il campanile

Anche la Parrocchia di Torrenieri nel 1586 fu visitata dal Vescovo di Perugia Monsignor Francesco Bossi3, un dotto Barnabita, allievo di Carlo Borromeo, inviato dal Papa per accertare l’applicazione delle decisioni del Concilio di Trento nelle Diocesi di Chiusi, Pienza, Montalcino, Siena,  Grosseto e Massa Marittima.

Nel corso della visita dell’inviato del Papa, Monsignor Bossi fra l’altro invitò le  consorelle della Compagnia di San Rocco a non radunarsi con i confratelli nella chiesa dedicata a quel Santo, consigliando loro  di radunarsi nella chiesa parrocchiale di S. Maria Maddalena, separatamente dagli uomini ed  indicando che in tale chiesa venisse scelto dal Parroco o da un altro sacerdote, un altare. Qualora le consorelle preferiscano erigerlo sotto il nome di San Rocco, le stesse donne curino di onorarlo e costruirlo, e lascino la cura della Chiesa di San Rocco agli uomini confratelli.

L’inviato del Papa  raccomandò anche che una sobria modestia non abbandoni i sacerdoti che devono preparare i pranzi nella festività di San Rocco – una delle più popolari nel territorio di Montalcino, organizzata dall’omonima Compagnia – e dette indicazioni di portare a tutti solamente due piatti semplicemente preparati, quelli che chiamano focacce e dolciumi o frutta; in questi pranzi non devono essere presenti davanti alla comunità più di due confratelli, i quali devono procurare le vivande e servirle.

La festa di San Rocco del 16 agosto ha quindi una lunga tradizione ed in  seguito è stata seguita – il giorno 17 – da una grande Fiera di merci e bestiame che vedeva un grande afflusso di commercianti ambulanti e di agricoltori interessati all’acquisto e vendita del bestiame.

La struttura della Chiesa di San Rocco

E’ a una sola navata, con facciata a capanna, in laterizio, nella quale sono evidenti le tamponature di chiusura di due aperture laterali alla porta di ingresso. Al disotto di quella di destra,  una piccola edicola in travertino raccoglieva le elemosine dei fedeli e dei pellegrini in transito sulla via Romana.

Sul portale, in una lunetta sempre in laterizio, è stata recentemente inserita una Madonna in terracotta, con Bambino, opera dello scultore e pittore Eric Aman.

Ha un piccolo campanile a vela, sempre in laterizio, con una sola campana.

Nell’ occhio della facciata  è inserito un vetro policromo  con l’effige di San Rocco con il bastone del pellegrino, realizzato nella prima metà degli anni ’50 da una vetreria artistica di Siena, dono di un nativo di Torrenieri (Rino Pacenti), emigrato a Grosseto.

Dietro l’altare vi è  una tela ad olio, del XVII° secolo, attribuita al senese Francesco Bartolini (1569-1609), seguace di Francesco Vanni, raffigurante la Madonna col Bambino seduti su di un trono posto in cima ad una scalinata. Due angioletti scostano il tendaggio quasi a rilevare il gruppo sacro. Il piccolo Gesù indica l’anziano Sant’Antonio Abate con l’abito monastico, il pastorale vescovile e il teschio. A sinistra della Vergine è San Rocco abbigliato da pellegrino in corta mantellina con il bordone e la conchiglia di Sant’Iacopo sul vestito, simbolo dei pellegrini di San Iacopo di Compostella. Il Santo indica la piaga della peste sulla sua coscia sinistra.

Più in basso, vestito con una tunica gialla e con un manto scarlatto c’è San Donnino che abbevera un cane con una coppa. La composizione si conclude con  San Sebastiano, legato a un albero e trafitto da frecce.

Sulla parete di destra si trova una  pregevole tempera, raffigurante la Madonna con sulle ginocchia il Bambino Gesù, benedicente con la mano destra, mentre nella mano sinistra ha un uccellino. E’ un’opera di inizio  XVI° secolo, da alcuni attribuita alla maniera di Girolamo di Benvenuto, da altri ritenuta vicino ai modi di Giacomo Pacchiarotti, ambedue pittori di scuola senese. 

Sulla finestra nella parete di sinistra, di lato all’altare, una  vetrata raffigura lo stemma della Confraternita di Misericordia di Torrenieri, l’istituzione caritatevole  subentrata nel 1966 alla Compagnia laicale di San Rocco, perché disciolta.

Sulla parete destra, a cura della locale Confraternita di Misericordia nel 2014 è stata posta una lapide in ricordo dei cinquecento anni dalla fondazione della Compagnia laicale di San Rocco della quale la Confraternita è la naturale discendente.

Il tempo, i terremoti e lo spostamento d’aria conseguente al bombardamento aereo nell’ultimo conflitto con due bombe cadute nel terreno di fronte alla chiesa, la ridussero in non buone condizioni, per cui fu deciso un restauro  eseguito nel 1957.

Purtroppo nel restauro sono andate distrutte le due pietre tombali ottocentesche poste sulle sepolture dei coniugi Duranti, deceduti nella metà del 1800 e sepolti in questa chiesa.

All’esterno, all’inizio del sagrato, su di una colonna di laterizio è collocato l’originale Monumento al Pellegrino, opera in bronzo dell’artista romana Igina Colabucci Balla, realizzato nel 1999 per il Giubileo del 2000 e da Lei donato per questa occasione alla Parrocchia di Torrenieri.

NOTE

1. Le feste religiose erano quelle di San Macario (2 gennaio), San Sebastiano (20 gennaio), San Donnino (4 agosto), San Rocco (16 agosto), della Madonna del Rosario  (6 ottobre), dell’Immacolata Concezione (8 dicembre).

2. Gli uffizi da celebrare erano per tutti i fratelli e le sorelle della Confraternita defunti il giorno seguente la festa di San Rocco; un altro uffizio come il precedente, il giorno seguente la festa della Madonna del Rosario; un uffizio funebre con dieci messe da celebrarsi entro trenta giorni dalla morte dei fratelli e delle sorelle della Compagnia. 

3 . Irene Polverini Fosi,  La diocesi di Pienza e Montalcino. Amm.ne Comunale di Pienza e Amm.ne  Provinciale di Siena – Edizioni Villa, 1990.

Alberto Cappelli

2 commenti

  1. Sono l’autrice del “monumento al pellegrino” (e anche della via crucis all’interno della chiesa di Santa Maria Maddalena)
    Mi complimento per la presentazione ma vi pregherei di correggere il mio nome che è “IGINA COLABUCCI (e non Colucci) BALLA.
    Grazie e buon lavoro.
    Igina Colabucci

    1. Sommario

      Ci scusiamo per il refuso, prontamente corretto. L’informazione è stata girata anche all’autore dell’articolo.
      Nell’inviarle un cordiale saluto cogliamo l’occasione per ringraziarla di nuovo a nome di tutta la popolazione di Torrenieri per quello che ha fatto.
      m.f.

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