L’acqua di Collalli

L’acqua di Collalli

di Alberto Cappelli

LA  SORGENTE ALCALINA  LITIOSA  DI COLLALLI

            Il territorio senese è ricco di acque termali utilizzate per bagni, fanghi, aereosol ed anche per bibita; il Comune di Montalcino, il più grande per estensione, ne possiede diverse. Quella che però ci interessa più da vicino, sia perché si trova a Torrenieri, sia perché è stata – e teoricamente potrebbe tornare ad essere – un fiore all’occhiello del territorio, è quella di Collalli, sorgente di notevole importanza per le sue pregevoli qualità.

Nel libro  “Siena  ed il suo territorio” pubblicato nel settembre 1862 Luigi Lazzeri, in  una  sezione  dedicata alla geologia, dedicava uno specifico capitolo alla descrizione delle acque minerali più importanti che “scaturiscono dal suolo “ della Provincia di Siena.

Attualmente l’acqua non è più in produzione ma nel 2012 il comune di Montalcino si esprimeva cosi in difesa della sorgente di Collalli, a proposito del possibile impatto ambientale causato da un progetto di ricerca geotermico.

La sorgente dell’acqua di Collalli fu scoperta verso la metà del 1800 e prese il nome da un podere posto a pochi Km da Torrenieri sulla strada del Pian dell’Asso (detta anche del Pecorile del Pian dell’Asso, perché sino al secondo dopoguerra, in primavera ed in autunno, vi passavano le greggi transumanti verso la Maremma o il Casentino).

 L’acqua salina fresca detta di Collalli scaturiva da tre vene. Già dal momento della sua scoperta fu introdotta nell’ambito terapeutico, cosa che le diede da subito grande rinomanza, specialmente nell’impedimento della formazione ed anche l’eliminazione dei calcoli renali e della renella, dovute alla presenza di sostanze alcaline che svolgono una funzione profilattica che contribuisce ad eliminare le sunnominate concrezioni (analisi eseguita nel 1853 dal Prof. Taddei Gioacchino professore di Farmacologia presso l’Università di Firenze).

            Ma l’acqua di Collalli conteneva anche la litina salificata che supera grandemente l’azione delle sostanze alcaline nel disciogliere gli urati depositati nell’organismo umano, come riscontrò nel 1898 il Prof. Cav. Ettore Barbi del Collegio Medico Senese, quando, avvalendosi dell’esame spettroscopico ideato da Kirchoff e Bunsen, nel 1859 ripetè l’esame del Prof. Taddei.

            Il Prof. Barbi rese conto della sua scoperta al IV Congresso Nazionale di Idrologia e Climatologia che si tenne in Siena nel 1900.

            La presenza della litina unita ai bicarbonati alcalini spiega il successo che da subito ebbe quest’acqua medicamentosa che fu definita speciale, facendola così emergere su tutte le acque alcaline italiane ed estere conosciute sino a quell’epoca.

Una vecchia etichetta dell’acqua di Collalli

            Era usata anche come bevanda; infatti bevuta a digiuno favoriva l’appetito, correggeva l’acidità di stomaco ed aiutava la digestione.

            Era inodore, di sapore leggermente salso alcalino ma non disgustoso in quanto modificato dall’acido carbonico libero che conteneva.

            Proprietari della sorgente erano i F.lli Orsi di Montalcino ed alla loro morte passò ai loro Eredi. Più persone ricordano di aver visto in un certo periodo etichette con il nome dei F.lli Faiticher che, pare, per un certo periodo abbiano avuto la sorgente in concessione. Vinicio Minacci, che dal 1950 è proprietario di uno storico negozio di alimentari a Torrenieri, ricorda chiaramente che il capannone che possedevano nei pressi della stazione ferroviaria serviva anche da magazzino di stoccaggio dove lui e altri commercianti si recavano personalmente a prendere l’acqua, mentre molto spesso un camion da Prato veniva a caricare direttamente alla sorgente. Di certo si sa che l'”Annuario toscano guida amministrativa, commerciale e professionale della regione” del 1916 assegna ancora la proprietà ai fratelli Orsi e come affittuari Bronzi Giocondo di Firenze e Fratelli Bartoli della Banditella.

Un opuscolo prodotto da Giocondo Bronzi per spiegare le qualità dell’acqua di Collalli di cui aveva l’esclusiva

       Inizialmente era commercializzata in bottiglioni da due litri ed in fiaschi, successivamente solo in bottiglioni da due litri.

L’imbottigliamento veniva effettuato con i mezzi dell’epoca, cioè totalmente artigianale, con la bottiglia portata a mano sotto al punto di caduta dell’acqua che veniva poi tappata con una semplice macchinetta per tappi a corona. Infine col pennello si spalmava la colla sull’etichetta e la si appiccicava alla bottiglia.

     Veniva venduta in tutta Italia nelle farmacie, ma nel senese ed anche nell’empolese si trovava anche nei negozi di alimentari e nei bar, venduta e consumata anche in bicchieri.  

            Come si può notare la narrazione è al passato, perché agli inizi degli anni ’60 del secolo scorso la sorgente fu chiusa per inquinamento da sostanze chimiche, sembra da diserbanti che venivano utilizzati per eliminare le infestanti dalle colture.

            Notizia vera o falsa? Non so cosa dire, perché di ufficiale non mi risulta niente!

            L’analisi batteriologica eseguita dal Dr. Goffredo Pierucci nel 1898 escluse ogni dubbio sulla natura e sulla purezza dell’acqua di Collalli ed aggiunse che oltre a non essere inquinata, non era neppure inquinabile per la natura stessa del suolo che circonda la sorgente e per essere catturata in un deposito igienicamente adatto.

L’ultima etichetta in uso fino a poco dopo la metà del 1900

            Ma all’epoca del Dr. Pierucci non era ancora diffuso l’uso – ma non si sbaglia se per quell’epoca si parla di abuso! – della chimica in agricoltura come lo è stato nel secondo dopoguerra quando sono state usate molecole tossiche, capaci di arrivare alle falde ed alle sorgenti in forza delle loro caratteristiche fisico-chimiche, a prescindere dalla natura dei suoli.

Esistono in verità anche alcune raccolte di processi verbali del 1857 denominate “Atti e Memorie della società medico-fisica fiorentina” in cui, nel resoconto di più adunanze pubbliche effettuate dal 1852 al 1856, fra i vari argomenti trattati figurano dati, rilievi e verifiche sulle reali facoltà dell’acqua e se ne discutono le preziose qualità e le possibili benefiche applicazioni in campo medico, in maniera più approfondita e con numerose dissertazioni da parte dei vari membri. Sempre a cura della stessa società, uno studio accademico del 14 maggio 1854 pubblicato sulla Gazzetta Medica Italiana approfondisce gli studi già effettuati sull’acqua e sulla rispettiva sorgente. Sostanzialmente però erano basate sempre sui valori forniti dal Taddei.

            Le ultime analisi che mi sono note, sono quelle batteriologiche eseguite dal Prof. Ernesto Satta, docente di Microbiologia dell’Università di Siena del 27 agosto 1951, che confermò quell’acqua batteriologicamente pura e l’analisi chimica eseguita il 30 luglio 1951 dal Prof. Enrico Bovalini dell’Istituto Chimico dell’Università di Siena, che confermò le caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua Salso-Alcalina-Litiosa della Sorgente di Collalli.

      Alberto Cappelli

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