La Ferrociclovia della Val d’Orcia

La Ferrociclovia della Val d’Orcia

Utilizzare le ferrovie dismesse riattivandole ed utilizzandole come musei sparsi sul territorio nazionale per guidare i turisti alla scoperta di un’Italia diversa. Un veicolo per far conoscere tante piccole realtà che restano al di fuori dai grandi circuiti cittadini, dove sempre più persone sognano una vacanza rilassante fuori dagli schemi. Questo è il tema che viene affrontato con la ferrociclovia.

Ma Partiamo dall’inizio.

Un evento internazionale per promuovere una legge

Il 6 Ottobre 2014 il Collegio degli Ingegneri Ferroviari Italiani e la Fondazione FS organizzarono nella sede romana delle ferrovie un convegno, nel quale vennero individuate, fra le tratte dismesse, 4 linee di particolare rilevanza storico-culturale, da rivalutare per scopi turistici nell’ambito di un progetto sulla mobilità sostenibile.

Tra queste anche la Asciano-Monte Antico.

L’11 Aprile 2015 Il ministro del MIBACT (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo) On. Dario Franceschini, giunge a Torrenieri nell’insolita cornice di una carrozza presidenziale (ex reale) d’epoca, dopo una corsa lungo la storica linea ferroviaria della Val d’Orcia. Con lui erano presenti l’AD di FS Italiane Michele Mario Elia e il suo ex Mauro Moretti nella nuova veste di AD di Leonardo s.p.a., l’AD di Rete Ferroviaria Italiana Maurizio Gentile,  l’AD di Trenitalia Maurizio Soprano, il presidente della Fondazione FS Italiane Luigi Francesco Cantamessa, nonché il Governatore della regione Enrico Rossi, il Presidente della Provincia di Siena e i Sindaci dei comuni interessati. Al seguito numerose personalità di spicco fra cui il regista Pupi Avati e una miriade di TV e giornalisti nazionali ed internazionali.

L’evento ebbe grande rilevanza, sia per la bellezza del convoglio formato da storiche carrozze, che per la presenza dei tanti viaggiatori invitati, quali gli addetti delle ambasciate più interessate al progetto, (ad esempio quelle degli Emirati Arabi, ma non solo) e per l’enfasi dei numerosi giornalisti sia della carta stampata e dei mezzi televisivi, italiani e stranieri (francesi, giapponesi, ecc.) che offrirono un grande risalto mediatico alla manifestazione.

Il motivo dell’evento: promuovere la mobilità sostenibile; il cosiddetto turismo slow.

In un intervista rilasciata alla stazione di Torrenieri al giornalista Enzo Capucci inviato di RAI News, l’On.le Dario Franceschini dichiarò che le quattro ferrovie dismesse sarebbero state utilizzate come musei diffusi per scoprire tutta l’italia e non solo le città d’arte. Poi passò ad illustrare il progetto promosso dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Fondazione FS che – disse – si propone lo scopo di preservare, valorizzare e consegnare integro il patrimonio ferroviario italiano alle future generazioni. Disse anche che per far decollare definitivamente il turismo sostenibile sugli itinerari ferroviari di grande pregio paesaggistico – quale è la Ferrovia della Val d’Orcia – sarebbe stato necessario anche l’impegno di imprenditori privati, sollecitandoli ad intervenire su questi progetti, tenendo conto che avrebbero potuto contare anche su di una norma del decreto Art Bonus che prevede l’uso delle cantoniere dismesse e delle stazioni chiuse, da utilizzare per scopi commerciali, quali i ristoranti e gli ostelli. Infine annunciò anche l’intenzione di realizzare convogli ad alta panoramicità in grado di far apprezzare ai viaggiatori la bellezza dei nostri paesaggi. Il Ministro fra le altre cose dichiarò anche di voler fare dei “Ferrocicli” un mezzo turistico.

A distanza di poco più di 2 anni il progetto di ferrovia turistica divenne legge. Prima con il DDL n. 2670, approvato dalla Camera di Deputati il 24 gennaio e pochi giorni dopo anche dal Senato della Repubblica poi, finalmente, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, come Legge n. 128 del 9 Agosto 2017, ebbe il definitivo via libera. La legge, che si compone di 11 articoli, detta le “Disposizioni per l’istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione che si trovano in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico”.

La finalità è quella di salvaguardare e valorizzare tratte ferroviarie di particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico, fra cui la Asciano-Monte Antico. Sono dunque da salvaguardare i tracciati ferroviari, che rimangono di proprietà delle F.S., e con essi anche i binari, le stazioni e le relative opere d’arte e pertinenze come la Stazione di Torrenieri, i mezzi rotabili storici e veicoli ferroviari di servizio, con propulsione manuale, a pedali o a motore, utilizzati per trasportare persone o cose e per ispezionare le linee ferroviarie e le stazioni. Ne fanno parte anche i veicoli non di servizio, utilizzati al solo scopo turistico abilitati a percorrerle, in pratica i cosiddetti “Ferrocicli”.

Ed eccoci al punto. L’On. Franceschini tra le altre cose, parlò dei ferrocicli, dichiarando di volerne fare “un mezzo turistico”.

Proprio per questo motivo circa un mese dopo nacque il “Gruppo di lavoro Ferrociclo” che opera in seno alla Commissione tecnica “Trasporto Guidato su Ferro” dell’UNI (Ente Italiano di Normazione) che in seguito, con la norma UNI 11685, ha definito dei requisiti tecnici, costruttivi e di sicurezza, assolutamente stringenti, che stabiliscono per i ferrocicli delle dotazioni precise che vanno dal freno di stazionamento agli assorbitori d’urto, dalle luci agli avvisatori acustici. Chi volesse saperne di più può leggere questo esauriente articolo del relatore UNI/CT Gianfranco Damiani. E’ stata anche coniata la definizione di “velocipedi ferroviari mossi a propulsione muscolare eventualmente integrata da assistenza elettrica”. Questi mezzi sono autorizzati a circolare su quelle infrastrutture ferroviarie che non vengono più utilizzate per il trasporto pubblico, vengono molto utilizzati per scopi turistici già da anni in Francia e sono già ampiamente conosciuti col nome anglofono di “rail bike” nei paesi del Centro e Nord Europa.

Per capire ancora meglio cosa sia un ferrociclo basta guardare questi due video di esempio, ma ce ne sono tanti.

Il primo è girato a Dronero. Sono visibili due mezzi. Uno, storico, appartenente al museo ferroviario di Savigliano, l’altro appositamente realizzato da dei volontari.

Il secondo video mostra invece una pedalata in ferrociclo lungo il percorso della linea ferroviaria Macomer-Bosa, in Sardegna.

Il “Progetto di Paesaggio” della Ferrociclovia

Su queste basi nasce il “Progetto di Paesaggio” abbinato alla ferrociclovia della Val d’Orcia. Promosso dal Comune di Montalcino con la partecipazione dei Comuni di Siena, Sinalunga, Asciano, Trequanda, Castiglione d’Orcia, Civitelle Paganico e Roccastrada. Lo scopo è quello di valorizzare tutti gli aspetti del nostro territorio, da quello paesaggistico, patrimonio dell’Unesco, a quello turistico, storico, culturale, ambientale ed economico dei comuni interessati, sfruttando la rete ferroviaria e gli innumerevoli percorsi regionali e nazionali ad essa collegati, il tutto mettendo d’accordo sviluppo del territorio e tutela ambientale.

Si tratta di un progetto ambizioso che si sviluppa su 51 km. di linea in cui la Asciano-Monte Antico rappresenta l’ossatura portante, rivolto in particolare agli amanti dei treni storici cosi come quelli della bici o del trekking, che dovrebbe coinvolgere nella gestione le comunità e le associazioni locali, disposte a partecipare all’iniziativa.

Secondo quanto dichiarato dall’assessore regionale alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli “I Progetti di Paesaggio, una volta approvati saranno uno strumento per attrarre risorse sul territorio sulle diverse politiche, perché il riconoscimento nel Piano paesaggistico regionale del paesaggio toscano come modello unico e di pregio da salvaguardare e valorizzare trova coerenza anche nella prossima programmazione comunitaria, che prevederà forme di sostegno e/o premialità a favore degli interventi inerenti il recupero e la valorizzazione degli aspetti paesaggistici, storico-culturali, rurali ed ambientali previsti proprio nei Progetti di Paesaggio”.

Questo è anche il concetto che sta alla base del “Turismo lento” o se preferite “Slow mobility” espresso dall’On. Franceschini nel suo discorso da Torrenieri.

Dispiace sentire alcuni amici ciclisti che chiedono addirittura che i comuni si attivino per uno smantellamento della linea ferroviaria allo scopo farne un pista ciclabile. I ciclisti da noi sono sempre i benvenuti, basta passare per il paese in certi periodi dell’anno per rendersene conto, ma con tutto il rispetto per le loro idee e la loro passione (sono stato anche io ciclista) non mi sembra che questo offra grandi opportunità per il paese.

Stiamo parlando di una linea storica, una delle prime d’Italia, individuata dalla Fondazione FS come una delle 4 da rivalutare come musei a cielo aperto, inserita dal MIBACT fra quelle da preservare per la mobilità dolce, destinata alla valorizzazione dell’immenso patrimonio che la circonda, il tutto chiaramente siglato da una legge. Si tratterebbe quindi di condurre una inutile battaglia contro il Governo, la Fondazione e le Ferrovie Italiane per far abolire una legge che preserva il patrimonio storico, al solo scopo trasformarlo in una pista ciclabile.

E chi in bici non ci va? Chi non ci può andare? Chi ama il treno? Tutti devono poter usufruire del patrimonio che la Val d’Orcia offre. Nelle nostre zone passa il “Giro d’Italia”, la “Mille miglia”, la “Strade Bianche”, l’”Eroica”, la “Francigena”; abbiamo centinaia e centinaia di km. di strade come la Cassia e la Traversa dei Monti su cui i ciclisti possono sbizzarrirsi. Se proprio qualcuno vuole pedalare su quel tratto di ferrovia, potrà farlo su un ferrociclo, sul quale magari avrà caricato la propria bici, per poi fermarsi dove vuole e fare di ogni luogo che incontra una base di partenza per apprezzarlo da un altro punto di vista. Potrà inoltre partire da lì per visitare anche tutte le località collegate.

Benvenga una pista ciclabile! Ma non a spese di una ferrovia storica. Battiamoci per ottenere una ragnatela di ciclovie che partono da ogni stazione e raggiungono i luoghi più distanti in modo da offrire ampia scelta a chi ama questo tipo di viaggio e che, anche con l’utilizzo di altri mezzi ecologici, consentano a tutti di presenziare agli eventi offerti dai comuni partecipanti, o di visitarli con calma. Un esempio di pista ciclabile collegata potrebbe essere da Torrenieri verso Montalcino e poi oltre fino al mare, oppure verso Castiglione d’Orcia, lungo le strade, i boschi e le colline, così i turisti che scenderanno alla Stazione potranno decidere di utilizzarla, scegliendo fra bici, trekking o altri mezzi, e visitare luoghi che altrimenti non raggiungerebbero. In fondo cos’è la mobilità dolce? Di cosa si tratta veramente?

Il concetto di “Mobilità Dolce”

Il concetto fondamentale di “Turismo Lento” (i nomi coniati a tal proposito sono diversi a seconda dei paesi in cui viene attuato) rappresenta una filosofia di vita, applicata al viaggio. Con il Turismo Lento si promuove la qualità e l’esperienza, rispetto a quello che è il turismo di massa, veloce, fruibile al momento, caratterizzato da un alto consumo su una singola destinazione, ma che valorizza poco il luogo, i dintorni e le sue caratteristiche. Turismo Lento significa conoscere e scoprire i cibi biologici e a km zero, in luoghi che sono attenti a una filosofia “green” tra risparmio energetico e raccolta differenziata, per portare avanti valori sostenibili nei confronti di un turismo vero e sano. Turismo Lento è scoprire le bellezze nascoste del patrimonio storico e culturale che esiste al di fuori dei grandi centri storici superaffollati, paesaggi che si possono solo sognare vivendo nelle città. È un turismo per chi ama andare oltre la semplice guida, per chi è curioso di sapere molto di più della struttura turistica e il luogo in cui si reca, facendo attenzione anche all’impatto che questo turismo ha sull’ecosistema in cui si trova.

Turismo Lento è alloggiare in immobili ristrutturati, resi idonei all’ospitalità turistica, all’interno di un borgo. In questo modo i viaggiatori possono soggiornare all’interno delle case come veri cittadini temporanei, ma con tutte le comodità di un normale hotel. A tutto questo inoltre si unisce anche la sfera enogastronomica: durante l’esperienza turistica “Slow” infatti, non può mancare anche un legame con i sapori del territorio e le produzioni tipiche.

Treno-a-vapore-a-Torrenieri

Ma quali sono i tipi di turismo lento? Quali si identificano come Slow Tourism? Ci sono alcuni segmenti turistici già esistenti, che possono essere identificati come Turismo Lento e in particolare il trekking, l’escursionismo, le passeggiate, il cicloturismo, il turismo fluviale e acquatico e le ferrociclovie. Si tratta di tipologie di turismo che prevedono un impatto ecologico minore e una fruizione del territorio che non è basata sul “mordi e fuggi”, ma su una lentezza che permette di comprendere meglio ciò che si visita.

E allora il turista che potrà ammirare gli splendidi paesaggi arrivando a Torrenieri sul treno a vapore o pedalando sul suo ferrociclo potrà decidere di fermarsi per ammirare la monumentale ultracentenaria Stazione, farsi uno spuntino in una trattoria nei dintorni, gustandosi prodotti tipici e del buon vino locale, dare uno sguardo alla “Madonna della Francigena” e poi camminare lungo uno dei numerosi percorsi della Val d’Orcia o partire con la propria bici per visitare la Cappella di Vitalità, la Rocca di Tentennano, l’abbazia di S. Antimo, la fortezza di Montalcino o uno delle decine di splendidi luoghi nei dintorni, per poi fermarsi a dormire in un B&B e ripartire la mattina successiva fino alla prossima fermata, per una nuova esperienza.

Molto più di una semplice pista ciclabile e soprattutto fruibile da tutti.

Concludo citando ancora una volta le parole del Ministro Franceschini:

“Nel nostro Paese esistono centinaia di chilometri di linee ferroviarie straordinarie, che percorrono paesaggi incredibili e non sono più utilizzate. E su altre centinaia di chilometri di binari passano pochi treni al giorno. A dimostrare che, come ho già più volte affermato, l’Italia è davvero un museo diffuso, con un patrimonio di borghi, piccole città, paesaggi, che i treni storici possono attraversare e collegare, rappresentando un’enorme opportunità turistica per i viaggiatori italiani e di tutto il mondo”.

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